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Abbiamo rivolto qualche domanda a Maria Rizzotti, presidente diocesana dell’AC.
Qual è la proposta che l’Azione cattolica fa ai suoi aderenti?
“Per l’anno 2011/12 lo slogan dell’Azione Cattolica è Alzati, ti chiama. Nel Vangelo la gente esorta così il cieco ad avvicinarsi a Gesù, che lo guarisce. Per noi è un invito a rispondere con prontezza al Signore che chiama: ad essere più vicini a Lui e più solleciti a permettergli di incontrare ad uno ad uno gli uomini e le donne del nostro tempo. Proprio questo vuole essere l’Azione cattolica: uno strumento nelle mani di Dio per portare l’annuncio del suo amore, della sua attenzione e della sua fiducia in ciascuno. Vogliamo dare un contributo particolare a quell’Educare alla vita buona del Vangelo, a cui richiamano i nostri Vescovi attraverso gli Orientamenti pastorali per questo decennio. Educare ed educarsi sono per noi un binario inderogabile”.
Come concretamente si attuano questi propositi?
“Le forme che assume questo impegno di testimonianza sono: la spiritualità: perché prima di tutto viene il rapporto con Dio e la cura della nostra fedeltà alla preghiera e all’incontro con Lui nei sacramenti; poi la cura del rapporto di fraternità e di condivisione con le persone, sia all’interno dell’associazione, sia nei luoghi dove viviamo. Essere laici oggi richiede di cercare tenacemente la sintesi tra la fede, vissuta con intensità e nella “misura alta” che esige coerenza ed entusiasmo, e la vita, che va amata sempre, e accolta in tutte le sue sfaccettature, senza fughe né preclusioni, perché sono proprio i luoghi della quotidianità (dal lavoro alla festa dalla malattia all’amicizia) quelli dove ci incontriamo e condividiamo le emozioni, le paure, le gioie e i desideri che connotano l’esistenza e sulle quali anche il Vangelo dice parole che aprono ad un senso nuovo di fiducia e di speranza”.
Questo tipo di impegno non è molto diverso da quello di ogni fedele laico nelle Parrocchie. C’è un di più che può caratterizzarvi?
“Non conta tanto sottolineare una differenza, quanto segnalare la cifra che caratterizza la formazione in AC, non solo catechesi, ma ascolto della vita, poi della Parola di Dio e del Magistero, e infine ritorno, con un’autentica conversione, alla vita. Per esempio: il percorso di formazione dei gruppi adulti, che quest’anno si intitola Un passo oltre, rimanda a: Sogni, desideri, progetti: quindi interpella l’adulto a cercare Dio attraverso i desideri forti, che attraversano ogni esistenza, come quelli di sicurezza, di guarigione, di amore di felicità di Dio, che sono appunto i passi dell’itinerario annuale di formazione.
Il nostro contributo originale consiste, da sempre, nell’essere associazione, non tanto per aspetti formali ed esteriori, quanto per rappresentare una specie di alleanza, o per dirla in termini più ecclesiali, un legame forte di comunione in tempi di crisi: 1. la comunione con la Chiesa nella sua realtà di base, la Parrocchia, ma oltre questa, perché viviamo la dimensione diocesana, in spirito di obbedienza e collaborazione con il Vescovo; 2. la continuità del cammino di fede in tutte le età, permettendo la condivisione dello stesso ideale di apostolato alle diverse generazioni; 3. la corresponsabilità, perché ci assumiamo sia la fatica di sostenere economicamente l’associazione, sia di reggere ruoli di guida e di consiglio, attraverso elezioni democratiche.
Definite questo periodo dell’anno: mese dell’impegno. Perché?
“Tradizionalmente l’8 dicembre celebriamo la Festa dell’Adesione, con la benedizione delle tessere che sono il simbolo della nostra appartenenza. E’ bello essere in AC tutto l’anno, ma è bello poter dire in questa occasione a qualche amico :”Vieni anche tu. Non te ne pentirai. Perché entriamo in una storia di santità e di grazia, che ci precede e ci accompagna”.
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