Storia


Le prime esperienze di associazionismo moderno in diocesi di Novara si sviluppano sul finire dell’ ‘800, in relazione all’Opera dei Congressi, della quale nascono diversi Comitati parrocchiali, mentre si sviluppano numerose iniziative in campo sociale ed economico. Il vescovo mons. Pulciano affida a don Angelo Scapardini il compito di dare una qualche organizzazione a tale movimento: questi avvia un’importante opera di diffusione culturale attraverso la creazione di una stampa cattolica locale ufficiale (prima con la “Voce di Novara”, poi “Cronaca Novarese”, fino al settimanale “Azione Novarese”). che si affianca ad altri periodici (il Bescapè e “la Provincia di Novara”) anch’essi di ispirazione cattolica.
La creazione della Federazione Giovanile diocesana avviene nel 19 12, quando risultano affiliati alla Gioventù Cattolica 18 circoli, tutti sorti dopo il 1906, che svolgono sia formazione religiosa che “istruzione sociale”: alcuni di questi tengono la “scuola di religione” ed altri hanno sezioni sportive, filodrammatiche, cantorie.Lo sviluppo dell’iniziativa nel campo giovanile procede però a fatica e viene scompaginata dalla guerra, quando molti soci partono per il fronte e diversi circoli sono costretti a chiudere, tanto che nel 1918 se ne contano attivi solo 8.
Nel 1919 viene riavviata l’organizzazione diocesana che celebra nel 1921, a Borgomanero, il primo congresso della federazione maschile, presieduto dal maestro Luigi Cappa, con assistente don Maurizio Raspini: nel 1921 viene inaugurata la “Casa del Popolo” promossa dal vescovo, che ospita il nuovo centro diocesano. Nello stesso anno una folta delegazione di GC novarese partecipa al convegno nazionale a Roma, mentre l’anno successivo è Novara a ospitare il convegno regionale della GC, con la partecipazione del neo-presidente nazionale Corsanego, con Vuillermin e Torriani per la GC regionale. Si costituisce così un nucleo che sviluppa negli anni ‘20 una diffusa serie di iniziative e alla fondazione di nuovi circoli (il motto di Cappa era proprio “ogni campanile, un circolo!”). La crescita è considerevole: dai 400 iscritti nel 1920 si arriva 3.955 del 1930 (pur scontando una certa “frenata” delle adesioni dei più adulti, dopo il 1925, legata probabilmente a motivi politici)
La diffusione dell’associazione si realizza grazie ad un buona organizzazione territoriale, indispensabile a far fronte alla caratteristica estensione della diocesi (la più vasta della regione) che dalla bassa novarese si allunga per molte decine di chilometri fino alla val Formazza. Il lungo elenco delle iniziative che caratterizzano la GF tra le due guerre, evidenzia una notevole progettualità ed una serie di percorsi fortemente cadenzati da adunanze locali, giornate periodiche di studio e di esercizi spirituali, convegni e corsi per significative le “giornate per suore” volte a sviluppare la collaborazione con gli istituti religiosi, specie per la proposta educativa nelle scuole e nelle parrocchie. A dimensione diocesana sono le “settimane della giovane” (che alla fine degli anni ‘30 raccolgono oltre 20.000 ragazze), le iniziative caritative (tra cui la visita ai bambini ammalati), l’apostolato tra le operaie. La divisione in “plaghe”, per lo svolgimento decentrato delle attività formative e spirituali, permette un radicamento in molte delle 380 parrocchie della diocesi: nel 1942 la GF è presente in 240 parrocchie e 29 associazione interne agli istituti, raccogliendo oltre 16.200 socie. Come anche in altre diocesi questo ramo dell’associazione costituisce oltre il 60% degli aderenti all’intera AC, che nel 1949 in complesso registra 30.500 iscritti, con ben 80 giunte parrocchiali unitarie. Negli anni ‘40 è presidente della GF Anna Rosa Viasco e assistente mons. Carlo Stoppa.
Capitolo particolarmente significativo e complesso è quello del rapporto con il fascismo, ed in particolare tra a Gioventù maschile, fortemente collegata all’esperienza del popolarismo nei primi anni ‘20: essa deve affrontare da un lato una forte propaganda anticlericale da parte socialista, dall’altra i rischi dello squadrismo e poi della repressione del fascismo ormai divenuto regime.
Negli anni ‘30-40, ha un ruolo di grande rilievo padre Francesco Fasola (1909-1994), prima animatore del circolo giovanile di Galliate, poi assistente diocesano dal 1929, quindi delegato vescovile di tutta l’AC novarese e tra i dirigenti dell’associazione più invisi al regime. Durante la guerra — come rettore del Sacro Monte di Varallo — si spende con coraggio per salvare ebrei, partigiani e poi anche fascisti. Provicario della diocesi, nel dopoguerra, è nominato assistente regionale dell’AC, a fianco di uno dei suoi giovani più affezionati, Oscar Luigi Scalfaro, che negli stessi anni è delegato regionale (Fasola nel 1954 sarà nominato vescovo di Agrigento e poi di Messina). Altre figure di assistenti molto attivi per lo sviluppo dell’AC sono don Angelo Stoppa (1915-1998) e don Sebastiano Briacca (1888- 1963) nominato poi vescovo a Mondovì. L’AC novarese sviluppa la sua attività nel secondo dopoguerra (famose restano la “Peregrinatio Mariae” e la “Grande Missione”) e vive i fermenti del rinnovamento conciliare, continuando ad offrire anche un prezioso contributo all’AC regionale con Giuseppe Paccagnino (per l’Unione Uomini) ed Eugenio Apostolo (per la GIAC); entrambi fanno parte anche della prima delegazione regionale unitaria dopo il 1970. Successivamente svolgono servizio presso il centro nazionale Paolo Rizzotti e Maria Mattioli (v.presidente nazionale giovani nel 1983-86). Ai vescovo Cambiaghi, nel 1972, succede mons. Aldo Del Monte, già assistente centrale dell’Unione Donne e poi dell’Ufficio Catechistico nazionale. Con lui si avvia un nuovo percorso pastorale in cui i responsabili di AC vengono coinvolti negli uffici diocesani, mentre però la proposta associativa di base incontra crescenti difficoltà a radicarsi nel nuovo contesto sociale e pastorale. Col nuovo statuto si avvia in diocesi il processo di unificazione, con presidente Mariella Enoch, cui succedono in una sequenza “al femminile” Gabriella Valsesia (poi delegata regionale dal 1989 al 1995), Cecilia Corbetta, Maria Rizzotti (poi incaricata regionale adulti). “Storico” assistente dell’AC novarese è don Natale Allegra, che dal 1983 accompagna anche la delegazione regionale per oltre vent’anni, e don P.Mario Ferrari. Attuale presidente è Gabriella Salamina.
Per saperne di più consultare: “Laici nella chiesa, cristiani nel mondo; per una storia dell’Azione Cattolica nelle Chiese Locali del Piemonte e Valle d’Aosta”, a cura di Vittorio Rapetti, Editrice impressioni grafiche 2010